venerdì, 29 Marzo 2024
Verso una stretta ‘anti-assembramento’ nelle Marche, passate venerdì scorso da zona ‘gialla’ ad arancione per decreto del Ministero della Salute. Il presidente della Regione Francesco Acquaroli annuncia la volontà di emettere un’ordinanza specifica che stava valutando ancora prima che, “a sorpresa”, la regione diventasse arancione con maggiori restrizioni di movimento e per le attività di ristorazione e bar. Misure che, però, secondo il presidente inciderebbero poco sugli assembramenti, rendendo ancora attuale l’idea di una ulteriore ordinanza anti-assembramento.
“L’impossibilità, salvo motivazioni di salute o lavoro, di cambiare comune e la chiusura dei ristoranti e dei bar – osserva Acquaroli – non combatte le situazioni in cui i cittadini, anche involontariamente, creano assembramento e c’è una possibilità per il virus di passare da persona a persona”. Il presidente non ha ancora ‘digerito’ il passaggio in arancione, e in particolare le modalità con le quali è avvenuto ” senza comunicazione e condivisione”.
Per questo in Conferenza Stato Regione ha chiesto “un’uniformità nell’accreditamento dei dati presso il ministero e l’Istituto superiore di sanità per rendere i provvedimenti uguali in tutta Italia”. E una “lettura dei dati capace di vedere la tendenza e non fotografare il momento: se il periodo considerato è troppo stretto, basta un elemento per indicare una tendenza magari non reale”. Dunque via ad una stretta contro gli assembramenti. “Riteniamo di prendere un tipo di atteggiamento – commenta, annunciando un confronto sull’ordinanza con sindacati e associazioni – a tutela della salute dei cittadini: non vorremmo trovarci tra due settimane a dover discutere di una situazione borderline ma vorremmo mettere in campo tutte le forze e le energie per coinvolgere i cittadini a superare questa fase”.
La questione “non è chiudere strade o piazze – chiarisce – Se io mi dirigo verso un posto in cui c’è una folla importante che non consente il distanziamento, non ci vado: in ogni luogo è consentita la presenza che possa dare il giusto distanziamento, altrimenti è assembramento e pericoloso”. Insomma “un’ordinanza di buon senso. Se vediamo chiuse attività commerciali di bar e ristoranti, se non possiamo cambiare comune, – rileva – se vediamo tante penalità che hanno un peso importantissimo e ricadute pesante sull’economia anche locale, il buonsenso ci consiglia di evitare assembramenti”.
“Altrimenti – aggiunge Acquaroli – diventa veramente difficile. Anche perchè la stagione è lunga, il Covid in questo autunno e inverno potrà essere un rischio che ci porteremo dietro. Dobbiamo fare attenzione a imparare a conviverci – conclude – rispettando delle regole di buonsenso e civiltà comune che possono evitare che la curva torni a crescere”.
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