Riaprire le scuole prima di Natale. È quanto di più concreto si aggira nei corridoi di palazzo Chigi. Sì perché il 3 dicembre scocca l’ora x, ovvero l’entrata in vigore in un nuovo Dpcm, quello, per capirci, che dovrebbe “governare” nel periodo natalizio. Pare infatti escluso che ci saranno delle regole ad hoc per i giorni di festa, ma piuttosto norme che varranno fino a data da destinarsi, e soprattutto, a numeri di contagi. Per il momento ci sono tutte le condizioni per arrivare al 3 dicembre con un paese quasi tutto uniforme e in zona “gialla”.
Ma, secondo il premier Giuseppe Conte, ieri sera ospite nello studio di Lilli Gruber su La7, «se ci troveremo in quella situazione sarà grazie alle misure intraprese finora, motivo per cui allentare sarebbe un grave errore e metterebbe a rischio quanto fatto finora».
E la mente corre a Ferragosto.
Ma quali sono i nodi da sciogliere? Prima di tutto si punta alla riaperture delle scuole anche prima di Natale. Il secondo problema è il comparto sciistico. Al momento chiuso, ma che se non dovesse riaprire nel periodo delle festività segnerebbe un vero crollo.
A questo proposito il Governo italiano sta lavorando ad un protocollo da condividere con i leader europei, ma permettere le vacanze sulla neve sembra quanto mai utopico. Il problema è tutt’altro che di semplice soluzione: l’impatto economico è elevatissimo, ma dall’altra parte va considerato che si tratta di un settore poco governabile con un protocollo.
Da parte dei governatori, intanto, è arrivata una proposta di linee guida da seguire per la riapertura degli impianti: nelle regioni gialle e arancioni funivie piene al 50% e seggiovie al 100%, tetto massimo giornaliero per gli ingressi, biglietti online e pasti nei rifugi solo seduti. Distanziamento ai tornelli, mascherine obbligatorie sotto lo scaldacollo.
Ma il Governo è pronto a tirare dritto e vietare lo spostamento tra regioni. E certamente non ci saranno deroghe per gli sciatori.