venerdì, 17 Maggio 2024

“Il 7 gennaio la scuola ripartirà con la didattica a distanza al 50%”. Lo dice la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in una dichiarazione a ‘La Stampa’. Mentre in un’intervista a ‘Il fatto Quotidiano’, sempre la ministra assicura: “Posso confermare la volontà del governo di riaprire. Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni. Poi avremmo voluto tornare al 75% e invece abbiamo accolto il suggerimento del 50%. Abbiamo collaborato: ora è arrivato il tempo di tornare in classe. La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza. Tutte le decisioni richiedono la prudenza che finora ci ha guidati. Continueremo a seguirla. E’ chiaro pero’ che se in questo momento sale la curva dei contagi non puo’ essere colpa delle scuole superiori, visto che sono chiuse da due mesi”.

“Possiamo dire – aggiunge – che la scuola ha fatto la sua parte. Se dovessero servire nuove misure di contenimento, ora bisognerebbe cercarle in altri settori”. Sui dubbi delle Regioni osserva: “Sono state loro a chiedere di rientrare al 50% quando anche i Comuni sembravano propendere per il 75%. Il 23 dicembre è stata approvata e firmata all’ unanimità l’intesa che la chiusura delle superiori fosse da ora in poi l’ultima alternativa. Parliamo di impegni nero su bianco, a partire dal potenziamento del tracciamento nelle scuole. Se si prende un impegno di fronte all’intero governo, mi aspetto che poi sia rispettato”.

Perché non riaprire il 18 gennaio o ad aprile? “E’ il solito balletto delle date: ogni volta che sta per arrivare la scadenza stabilita, c’è qualcuno che lancia la palla più lontano, senza ragionevoli motivazioni. E non mi si dica di guardare quello che ruota attorno alla scuola. Con le scuole chiuse gli studenti non stanno casa h 24: tanto vale che stiano a scuola, un luogo protetto e con regole da rispettare”. Si darà precedenza alla scuola anche sui vaccini? “I nonni, il personale sanitario e le persone fragili hanno la precedenza. Salvare vite è prioritario. Poi si passera’ al personale scolastico, è già previsto nel piano vaccinale”. (ANSA).

 

Condividi.