venerdì, 19 Aprile 2024

Giovani, donne, autonomi, politiche attive e centri per l’impiego. C’è una visione di insieme nel discorso programmatico di Mario Draghi. Non entra nel dettaglio, ma illustra il panorama di quello che è oggi l’Italia, di quello che è stato fatto, ma soprattutto di quello che andrà fatto per cambiare la situazione.

Non sembra esserci emozione nella sua lettura. Ma c’è emozione nelle parole, nelle idee, nella visione. Appunto.

E allora cosa farà l’esecutivo per il rilancio dell’occupazione?

I sussidi non possono durare un tempo indefinito, le persone vanno aiutate nei momenti difficili e poi indirizzate verso percorsi di formazione dove acquisire nuove competenze.

In questo anno drammatico, ha ricordato l’ex governatore della Bce, a pagare il prezzo più alto della crisi sono stati i giovani, le donne e gli autonomi: «È innanzitutto a loro che bisogna pensare quando approntiamo una strategia di sostegno». L’impatto del virus è stato rilevante ed è destinato «ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento», ha ammesso. Sono quindi centrali le politiche attive. Perché esse siano «immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando la formazione dei lavoratori occupati e disoccupati». Draghi vuole potenziare le dotazioni di personale e gli strumenti digitali dei centri per l’impiego in accordo con le regioni: «Questo progetto è già parte del Pnrr ma andrà anticipato da subito».

Il capitale umano è stato preservato dallo tsunami pandemico grazie alla capacità di adattamento del mondo produttivo e a interventi senza precedenti come la cassa integrazione e il programma europeo Sure. Eppure, ha evidenziato il premier, «il nostro sistema di sicurezza sociale è squilibrato» perché non protegge a sufficienza i precari e le partite Iva. Il governo farà le riforme, ma affronterà anche l’emergenza: «Dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività».

 

 

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