sabato, 5 Ottobre 2024

Reputation Science, società specializzata nell’analisi e gestione della reputazione, ha passato in rassegna le dichiarazioni pubbliche di virologi, ricercatori e medici italiani in materia di Covid-19 dal 1 febbraio al 20 novembre. Ormai abbiamo imparato a conoscerli grazie alle loro presenze in tv, radio e social. Molto spesso li abbiamo sentiti, con qualche perplessità, smentirsi a vicenda.

Chi ha ragione? Lo studio non ce lo dice, ovviamente. Ma analizzando le dichiarazioni e il numero di presenze, ci svela chi è il più coerente e chi il più “emergente”. Nessuno batte Fabrizio Pregliasco in fatto di coerenza, ma a salire sul gradino più alto delle presenze è Andrea Crisanti.

Gli scienziati e le loro dichiarazioni sono stati passati in rassegna secondo indici numerici: l’indice di allerta (ovvero l’opinione media dell’esperto in merito alle soluzioni per contenere la pandemia, calcolata su una scala che va da -5 (misure di contenimento minime) a +5 (misure di contenimento massime) e il grado di coerenza tra le varie opinioni espresse nel tempo da ciascuno, con una scala che va da 0 a 10.

Nel report si spiega: «Le posizioni degli esperti occupano la quasi totalità del range: si va da quelle più prudenti di Pregliasco, Ricciardi, Galli, Locatelli e Burioni (+4,5/+3,5) a quelle totalmente opposte di Zangrillo (-2) e Bassetti (-3). Nel dettaglio, per 6 virologi su 12 il virus SARS-CoV-2 è molto pericoloso, gli altri 6 hanno affermato almeno una volta che non ha un’elevata mortalità ; il lockdown trova il favore di tre quarti del campione, mentre un quarto è contrario; favorevoli al coprifuoco solo 6 esperti; più di un virologo su due non ritiene affidabili i dati diffusi dal Governo sull’andamento della pandemia».

Quando si sono buttati nella mischia? «Dal punto di vista del flusso comunicativo, alcuni virologi hanno scelto di intervenire pubblicamente nei momenti in cui il trend dei contagi era in aumento, come Roberto Burioni o, al contrario, hanno concentrato i propri interventi quando i numeri dei contagi erano ai minimi, come nel caso di Zangrillo. Gli altri 10 esperti hanno mantenuto tempistiche di intervento pressoché costanti», spiega il report.

Infine, l’indice di reputazione, il cui punteggio ottenuto tiene conto delle diverse posizioni assunte nel corso della pandemia e spiega quindi come e quanto sia cambiata la sua opinione.

«Fabrizio Pregliasco con 9,67 presenta l’indice di coerenza più alto, seguito con poco distacco da Franco Locatelli (9,11); a seguire: Matteo Bassetti (8,02); Massimo Galli (7,57); Antonella Viola (7,49); Walter Ricciardi (6,41); Roberto Burioni (4,21); Alberto Zangrillo (4,13); Ilaria Capua (3,95); l’indice di coerenza più basso è dei tre esperti le cui dichiarazioni sono state più incoerenti nel periodo di riferimento preso in esame: al decimo posto Giorgio Palù con un indice di coerenza di 3,09, all’undicesimo Andrea Crisanti (3,05), al dodicesimo Maria Rita Gismondo (0,75)».

 

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