Il report di Altems: più pazienti curati a domicilio la vera sfida di questa seconda ondata

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La settimana appena trascorsa “registra un decremento dell’incidenza settimanale” dei casi di Covid-19 nei 7 giorni tra il 18 e il 24 novembre 2020, “registrando un valore nazionale pari a 303 ogni 100.000 residenti”.

Ha dimostrarlo l’Instant Report Covid-19, realizzato dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS), aggiornato al 25 novembre.

“L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione nell’ultima settimana – dicono gli autori – È stato individuato, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 9 ed il 15 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 362 ogni 100.000 residenti”.

I dati (al 24 novembre) mostrano inoltre “che la percentuale di casi attualmente positivi (798.386) sulla popolazione nazionale è pari a 1,32% (in aumento rispetto ai dati del 17/11 in cui si registrava lo 1,22%).

La percentuale di casi (1.455.022) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 2,05% al 2,41%”.

Secondo il report, sono in calo anche i ricoveri in tutta Italia nell’ultima settimana (con la sola eccezione dell’Umbria).

Analizzando l’andamento dei pazienti ricoverati sul totale dei positivi, si vede che nelle Regioni del Nord il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Nord dall’indicatore è pari a 5,49% (in diminuzione rispetto alla scorsa settimana che era pari a 5,52%).

In tutte le Regioni del Centro si registra un andamento in diminuzione, eccezion fatta per l’Umbria.

Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Centro dall’indicatore è pari a 4,28% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 4,54%).

In diminuzione pure il valore medio registrato nell’ultima settimana dall’indicatore nelle Regioni del Sud: è pari a 3,59% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 3,95%).

Nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della nuova pressione si sia tradotta in nuovi casi isolati a domicilio. Nel complesso, in Italia, ci sono stati 90 isolati a domicilio in più ogni 100.000 abitanti e 2 ricoveri ordinari in più (per 100.000 abitanti).

Si segnala in controtendenza la Regione Valle d’Aosta, la Liguria, l’Umbria, la Toscana, la PA Trento e la Lombardia che hanno diminuito la pressione sul sistema.

Quanto alle terapie intensive, al 25 novembre, 12 Regioni hanno esaurito i posti letto aggiuntivi per malati Covid. Si tratta di Lombardia, Piemonte, Liguria, Calabria, Puglia, Molise, Sardegna, Umbria, Marche, Abruzzo, Toscana e P.A. di Bolzano.

Queste regioni stanno, quindi, utilizzando la capacita’ strutturale di posti letto di terapia intensiva, ovvero quei posti letto che dovrebbero essere dedicati ai pazienti No-Covid-19.

In aumento la disponibilità di posti in strutture intermedie, alternative agli ospedali, per gestire i casi moderati-lievi. E’ stato analizzato al 25 novembre l’andamento delle regioni con riferimento all’attivazione degli alberghi sanitari, ovvero strutture di accoglienza per pazienti covid-19 positivi.

“Se è vero che le pandemie si combattono sul territorio e a casa del paziente – sottolinea il professor Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ciò è ancor più vero in questa seconda ondata della pandemia. La proporzione di pazienti gestiti al domicilio è cresciuta enormemente in questa seconda fase, e la vera sfida è rendere disponibili strutture intermedie (hotel, residenze, navi o altro). Ancora una volta registriamo una estrema variabilità nella disponibilità di queste strutture fondamentali nelle diverse Regioni”.

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