Nei mesi del lockdown, la scorsa primavera, era diventato un compagno inseparabile. Piegato in quattro in tasca, arrotolato nello zaino o nella borsetta, per chi doveva spostarsi era un documento indispensabile quanto la carta d’identità o la patente. Con la suddivisione in zone rosse, arancioni e gialle, torna tra le mani degli italiani l’autocertificazione per gli spostamenti. Sempre obbligatoria nelle cosiddette zone rosse, ovvero Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Calabria, servirà anche nel resto d’Italia tra le 22 e le 5, quando scatta il coprifuoco nazionale. Il modulo, disponibile sul sito del Viminale, è lo stesso che era stato predisposto dopo il Dpcm del 24 ottobre e utilizzabile nelle zone in cui è già in vigore il coprifuoco sulla base di specifiche ordinanze locali. Un modello standard dove i cittadini dovranno indicare i motivi dello spostamento e sul quale verranno fatti accertamenti a campione. Perché sia valido, infatti, è necessario che lo spostamento avvenga per comprovate esigenze di lavoro, motivi di salute o assoluta urgenza. “Già da stasera a mezzanotte partiranno i controlli delle forze dell’ordine sul territorio per verificare l’osservanza del Dpcm – ricorda tra gli altri il prefetto di Trieste, Valerio Valenti – e coloro che verranno fermati dovranno trovarsi in possesso dell’autocertificazione, così come previsto. Altrimenti verranno applicate sanzioni”. Sono inoltre in programma nel fine settimana, ha spiegato ancora, controlli nei centri commerciali, dove è prevista la chiusura dei negozi a eccezione di alcune categorie come farmacie ed edicole. Attenzione particolare sarà rivolta soprattutto alle regioni rosse e a quelle arancioni, dove da stasera scattano le misure più forti. Il Dpcm stabilisce infatti che è vietato entrare e uscire da quei territori. E non è tutto: se nelle zone rosse è vietato ogni spostamento, con ogni mezzo pubblico o privato, anche all’interno del proprio comune di residenza, domicilio o abitazione, in quelle arancioni è vietato uscire dal proprio comune di residenza, domicilio o abitazione con ogni mezzo pubblico o privato. Anche tra le regioni ‘gialle’, però, c’è chi prende misure per tutelarsi. Come il Molise, dove il presidente della Regione, Donato Toma, ha emanato un’ordinanza che prevede una serie di restrizioni per chi arriva da fuori regione. Per chi ha soggiornato per più di 48 ore negli ultimi 10 giorni in Puglia, Sicilia, Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, per esempio, è previsto l’obbligo di comunicarlo alle autorità sanitarie e di osservare, salvo diversa disposizione, da parte una quarantena di 10 giorni. Il rientro presso il proprio domicilio, dimora o residenza è sempre consentito, mentre la capienza dei mezzi pubblici è stata ridotta al 50% ovunque, scuolabus esclusi. Tra le categorie economiche, intanto, non si placano le proteste. Fra queste, quella dei taxisti che hanno indetto per domani uno sciopero nazionale. ‘Ci scusiamo con l’utenza ma non abbiamo più nemmeno i soldi per il carburante’, lo striscione che sarà esposto alla stazione Termini di Roma. “Siamo costretti a fermarci – spiega Alessandro Genovese, responsabile Ugl taxi -. Abbiamo trasportato per mesi medici e pazienti, abbiamo adeguato le nostre auto con paratie per il Covid, ci siamo comprati mascherine, guanti e gel a spese nostre dandole spesso anche agli utenti sprovvisti, ma ad oggi gli aiuti che ci sono arrivati sono davvero minimi. E in più lo Stato continua a chiederci le tasse. Così non si può andare avanti”.